De Magistris, ex pubblico ministero di Catanzaro, trasferito a Napoli dal Csm al termine del procedimento disciplinare, difende il consulente Gioacchino Genchi e anche se stesso dall’accusa di aver acquisito migliaia di tabulati e dati di traffico telefonico nell’ambito delle inchieste “White not” e “Poseidone”.
(esempio di caso infinito)
De Magistris, ex pubblico ministero di Catanzaro, trasferito a Napoli dal Csm al termine del procedimento disciplinare, difende il consulente Gioacchino Genchi e anche se stesso dall’accusa di aver acquisito migliaia di tabulati e dati di traffico telefonico nell’ambito delle inchieste “White not” e “Poseidone”.
Il Copasir (il Comitato parlamentare di controllo che ha avviato un indagine per verificare eventuali violazioni riguardanti le utenze di agenti segreti, personalità politiche e istituzionali) ha ascoltato i direttori dei servizi segreti e i responsabili della Wind.
Secondo i funzionari della compagnia Genchi, vicequestore della polizia in aspettativa, avrebbe ottenuto negli ultimi quattro anni circa un milione e mezzo di “schede anagrafiche” che, sommate a quelle chieste a Telecom dal 2004 al 2008, fanno 7 milioni.
Quando viene chiesto a De Magistris se Genchi è davvero in possesso di un archivio, il giudice risponde: “Non posso saperlo, è una domanda che va posta a lui. Posso solo dire che si tratta di un professionista molto capace, che ha effettuato consulenze per decine e decine di magistrati in procedimenti penali anche molto delicati e complessi, quali quelli sulle stragi di mafia”.
Ad Anno zero lo stesso Genchi ha dichiarato: “Abbiamo toccato i fili dell’alta tensione. Prima è saltato De Magistris, poi è stata avocata l’indagine, poi è stato rimosso il consulente, infine sono saltati tre magistrati di Salerno”.
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